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Con le paci di Westfalia (1648) e dei Pirenei (1659) la Spagna dovette rinunciare ai territori delle Fiandre e Franca Contea) e nei primi del Settecento, nei Paesi Bassi e in Italia. Le cause di queste declino sono principalmente la scarsa presenza sul mercato era costretta a comprare solo all’estero e quindi con poca circolazione di moneta, difficoltà di raccolta fiscale, privilegi parassitari dell’aristocrazia e lei autonomie dei diversi regni della corona. Un tentativo di riforma si ebba dopo la morte di Carlo II d’Asburgo e non avendo eredi sale al trono Filippo V che con l’aiuto del ministro Alberoni avvierà un lento processo di riforme e riorganizzazioni continuate poi da suoi discendenti.
 
Tra Sei e Settecento gli Asburgo si orientano più che verso il mondo germanico, verso l’Europa centro-orientale e i Balcani acquisendo da questi territori sottratti all’Impero turco. A causa della diversità etnica però non si poteva applicare un modello centralistico come in Francia o in Prussia. Leopoldo I e i suoi successori si proposero di legare le diverse aree dell’impero alla dinastia viennese in cambio del riconoscimento delle tradizionali prerogative e di una certa autonomia. Un fattore di coesione dei territori sottomessi agli Asburgo fu rappresentato dalla presenza della chiesa cattolica e dai programmi di ricattolicizzazione delle popolazioni dell’impero, che avevano in precedenza aderito alle confessioni protestanti.
 
Nel 1660 con il principe Federico Guglielmo I di Hohenzollern il Ducato di Brandeburgo ottiene la sovranità sulla Prussia orientale che faceva già parte del ducato ma era sotto la signoria feudale polacca. Guglielmo I intraprese un programma assolutistico e di riorganizzazione dello stato e dell’esercito con il suo successore Federico I il ducato cambiare denominazione con Regno di Prussia. Il programma assolutistico pero incontrò molti oppositori nei parlamenti locali e delle città ma vennero sostenuti dai Junker cioè la grande aristocrazia terriera i cui in cambio ottennero mano libera con i rapporti coi contadini di tipo economico e giuridico e anche fiscale ad esempio furono esentati dal sostenere le spese per il finanziamento dell’esercito. L’esercito passò da 30000 nel 1668 a 83000 nel 1714.
 
L’inizio della guerra civile
Per cercare di fare fronte alle ostilità del parlamento Carlo I tentò un colpo di mano con un incursione armata a Westminster (sede della camera dei comuni)  per arrestare gli oppositori che pero riuscirono a salvarsi grazie alla folla dei loro sostenitori nella città londinese. In seguito il re fu costretto a fuggire da Londra il 16 gennaio 1642. questo episodio determino la spaccatura tra parlamento e monarchia e si passò dal conflitto istituzionale alla guerra civile che durò dal 1642 al 1646 dopo di cui riprese nel 1648 ma termino subito nel 1649 con la condanna a morte del re.

I gruppi sociali e il conflitto tra re e parlamento
I gruppi sociali dell’alta aristocrazia e della gentry maggiore si schierarono dalla parte della monarchia ritenendo questa parte più favorevole al mantenimento dei privilegi di cui godevano lo stesso fecero i grandi mercanti monopolistici la cui fortuna dipendeva dalle concessioni regie. All’opposto si trovano i ceti medi che vedono nel parlamento un modo per limitare il potere del re. Inoltre il parlamento ricevette l’appoggio della gentry minore per poter difendere le proprie attribuzioni amministrative e giudiziarie messe in discussione dai funzionari del re. In ambito geografico si può dire che le regioni sud-orientali del paese sostennero il parlamento invece le regioni del nord e dell’ovest andarono a schierarsi con il potere del re. Nel quadro religioso ci furono anche qui divisioni col parlamento si schierarono i sostenitori del presbiterianesimo e del puritanesimo diversamente col re si schierarono i difensori della chiesa anglicana e della gerarchia episcopale.

Oliver Cromwell e il New model army
All’inizio della guerra civile a prevalere fu il re. Dopo questa fase di dominanza regia fu affidato a Oliver Cromwell il compito di riorganizzare le forze del parlamento. Cromwell come prima cosa stabilì subito l’incompatibilità tra seggio parlamentare e ruoli militari, allo scopo di privare i parlamentari aristocratici delle funzioni di comando e mettendo al loro posto ufficiali di rango inferiore. Da questa cosa risultò un esercito di nuovo tipo (detto appunto New model army) al cui comando fu messo sir Thomas Fairfax, il ruolo di vice fu riservato a Cromwell. Il nuovo esercito prevalse a Naseby (1645) concludendo la guerra. Nel maggio del 1646 il re fu costretto ad arrendersi agli scozzesi che si erano schierati con il parlamento in cambio di riorganizzare la chiesa anglicana in senso presbiteriano.

Moderati e “livellatori”: il “patto del popolo”
Alla fine della guerra civile, ci fu un contrasto di tipo religioso e politico tra il parlamento e l’esercito. I parlamentari volevano cercare un compromesso con il re in ambito politico in quello religioso il parlamento voleva mantenere la promessa con gli scozzesi e abolì l’episcopato e adottò il modello presbiteriano. Al contrario l’esercito con Cromwell e i quadri superiori erano antimonarchici e antipresbiteriani e indipendenti quindi favorevoli alla libertà di culto; tra gli ufficiali inferiori c’erano addirittura idee ancora più radicali come quelle che sostenevano i livellatori (levellers). Nell’ottobre del 1647 presentarono una proposta di un “patto del popolo” (Agreement of the people) che doveva fare da base a una nuova Costituzione repubblicana. In questo patto chiedevano l’abolizione della monarchia e della camera dei lords. In campo economico i levellers combattevano le grandi compagnie monopolistiche e i loro privilegi commerciali. Il dibattito poi riguardava su chi nella nuova Inghilterra poteva vedersi riconosciuto il diritto di voto c’era chi a favore del suffragio ristretto e chi a favore di quello universale.

La definitiva sconfitta e la condanna a morte del re
Le divisioni furono alimentate dalla volontà del parlamento di smobilitare l’esercito che era molto costoso e inutile dopo la vittoria e poi dai ritardi delle paghe. I contrasti che si formarono tra i vincitori spinsero Carlo I nel 1648 a tentare un nuovo tentativo di riconquista del potere. Il re decise di allearsi con gli scozzesi contro l’esercito parlamentare ma questa mossa non gli permise di avere la meglio e fu sconfitto da Cromwell a Preston. Il re dopo la sconfitta fun consegnato dagli scozzesi al parlamento che fu sottoposto a processo in cui il re fu condannato a morte con l’accusa di aver attentato alle libertà del popolo inglese. La condanna fu eseguita a Londra nel gennaio del 1649. In seguito a questo il parlamento dichiarò decaduta la monarchia, che venne sostituita nel maggio del 1649 da un ordinamento repubblicano (Commonwealth, in inglese significa “cosa comune”, “repubblica”). Furono poi abolite la camera dei lords e la chiesa anglicana.

La repubblica di Cromwell
Tra il 1649 e il 1658 governò il paese Oliver Cromwell, capo dell’esercito parlamentare, per molto tempo riuscì a trovare un punto di equilibrio tra i militari radicali e moderati. Già nei primi anni Cromwell ebbe il compito di bloccare le ribellioni scozzesi e quelle dei cattolici irlandesi. Nel piano delle lotte interne dovette confrontarsi con i partigiani del re e i cattolici poi anche con i movimenti politici radicali dei true levellers e dei diggers.

Il “parlamento dei santi”
Col passare del tempo Cromwell portò la sua direzione politica in senso autoritario. Ci fu un contrasto anche per la elezione di un nuovo parlamento che prima della guerra la decisione di sciogliere il parlamento e indire nuove elezioni spettava al re. Ma il parlamento in carica non volevano essere sciolti e per allungare il loro mandato continuarono a discutere per anni sulle modalità per costituire un nuovo parlamento. Alla fine del 1653 però Cromwell con la pressione dei militari decise di scioglierlo lui il parlamento con la forza. Venne poi eletta una nuova assemblea di cui facevano parte molti seguaci di Cromwell, che erano intransigenti sul piano religioso, e fu denominato “parlamento sei santi”.

Il “protettorato” di Cromwell e le sue basi di consenso
Nel 1653 nel mese di dicembre Cromwell prese il titolo di lord protector. Cromwell in quel periodo governò con l’aiuto di un consiglio ristretto. In cambio dell’appoggio dei capi dell’esercito Cromwell diede loro il controllo delle contee e avevano il compito di confiscare i possedimenti degli oppositori monarchici e poi avevano il compito di assicurare i prelievi fiscali che raggiunsero in questo periodo il 20% del reddito annuo. Questa politica fiscale rappresento uno dei principali fattori della modernizzazione delle campagne inglesi, perché si concentrò la proprietà terriera e si ricercò una maggiore produttività delle campagne in questo modo solo aziende ben efficienti potevano sopravvivere a un prelievo così alto. Cromwell eliminò anche motli privilegi nobiliari procedendo poi alla redistribuzione delle terre tolte ai partigiani di Carlo I questo favorì anche lo sviluppo delle manifatture inglesi, del commercio e della flotta.

L’atto di navigazione e la guerra contro l’Olanda
Nel 1651 con l’Atto di navigazione Cromwell stabilì che il commercio che entrava e usciva per l’Inghilterra fosse riservato solo alle navi inglesi o dei paesi dai quali venivano le merci provocando con questo atto un danno agli interessi olandesi. Da questo ne seguì una guerra che durò dal 1652 al 1654 che spezzò il monopolio olandese nel commercio del tabacco, delle pellicce e di incrementare la presenza inglese nei grandi traffici internazionali.

Dalla restaurazione alla glorius revolution

La crisi del Commonwealth
Cromwell aveva ottenuto importanti risultati in ambito economico e aveva favorito la crescita della nobiltà e dei nuovi ceti borghesi. Ma tuttavia l’estensione delle recinzioni e le trasformazioni agrarie accelerarono la formazione di un nucleo di salariati agricoli e di contadini impoveriti dalle idee e spesso dai comportamenti radicali. Alla morte di Cromwell a cui successe il figlio Riccardo portò alla fine della repubblica. Il generale Monk nel 1660 prendendo possesso di Londra con alcuni reparti dell’esercito, offrì un importante contributo al ritorno in funzione del vecchio parlamento. Questo parlamento ristabilì la funzione della camera dei lords e indisse delle nuove elezioni dalle quali uscì una camera dei comuni a maggioranza filo monarchica.

La restaurazione: il ritorno del re Carlo II
Il nuovo parlamento riconobbe la legittimità della monarchia e richiamò a Londra nel 1649 il re Carlo II Stuart. Lentamente il re ricostituì il potere della monarchia. In seguito venne sciolto l’esercito rivoluzionario e a Carlo II venne concesso di mantenere a sue spese un apparato militare ristretto. Poi fu affrontata la questione delle terre confiscate ai monarchici anche se poi non furono restituite tutte le terre confiscate. Durante il regno di Carlo II si verificò anche l’incendio di Londra che distrusse gran parte della città. La politica economica rimase sulla scia del mercantilismo.

La questione religiosa e il Test act
Nella questione religiosa la chiesa anglicana riottenne i beni confiscati. Ma il potere della chiesa passò dal re ai vescovi. In quel tempo i cattolici erano ridotti all’1% il Test act prendeva di mira i cattolici perché sanciva che solo gli anglicani potevano accedere a cariche militari e politiche queto Test act venne approvato nel 1672 dal parlamento.

L’Habeas corpus act e il deteriorarsi dei rapporti re-parlamento
Il parlamento nel 1679 istituì la legge dell’Habeas corpus act. La seguente legge diceva che i cittadini arrestati dalle guardie del re non potevano essere arbitrariamente detenute ma dovevano entro tre giorni al massimo essere portati di fronte al magistrato.

Da Carlo II a Giacomo II
Dopo la morte del re Carlo II gli succede il fratello Giacomo II che era un fervente cattolico. I contrasti sorsero dopo una “dichiarazione di indulgenza” con cui nel 1687 sospese il Test act. Ma in quel periodo l’opinione pubblica inglese era dominata da sentimenti antipapisti a causa dell’arrivo in Inghilterra di alcuni ugonotti scappati alla revoca dell’editto di Nantes. Ma oltre che all’ambito religioso questa dichiarazione venne presa come un tentativo da parte del re di tornare all’assolutismo.

La Glorious revolution
Nel parlamento si erano costituiti due gruppi politici i tories e i whigs entrambi erano concordi nel sostenere il sistema istituzionale tripartito (monarchia, comuni, lords). I tories erano partigiani della corona. I whigs propendevano per la superiorità e la sovranità del parlamento. Ma poi si aggiunse un rischio al ritorno dell’assolutismo monarchico a causa della nascita di un figlio di Giacomo II che era un rischio di un perpetuarsi della monarchia cattolica. Il parlamento decise allora di chiedere aiuto al protestante Guglielmo III d’Orange. Nel novembre del 1688 Guglielmo sbarcò in Inghilterra mentre Giacomo II scappò in Francia. Guglielmo III e la moglie Maria II Stuart furono così proclamati sovrani d’Inghilterra nel 1689.

Continuità dinastica e ruolo del parlamento
Poiché Maria Stuart era una figlia protestante di Giacomo II venne assicurata la continuità dinastica e il parlamento trovò giustificazione in base al diritto di ribellione al sovrano che agisca illegittimamente.

Il Bill of rights e la costituzionalizzazione della monarchia
Al momento dell’incoronazione i sovrani dovettero sottoscrivere una “dichiarazione dei diritti” decisa dal parlamento e poi trasformata in legge nel 1689, il Bill of rights. Essa saciva le libertà e garanzie per i sudditi e riaffermava il potere del parlamento.

 
I grandi viaggi di esplorazione che vennero compiuti sono il seguito e la conclusione della spinta espansiva iniziata dopo la svolta dell’anno mille. l’Europa  dopo la peste nera si era rimessa a marciare oltre le proprie frontiere in cerca di spezie e cristiani. coloro che sfidarono le onde dell’oceano furono gli eredi marco polo e i cavalieri crociati guidati dal desiderio di ricchezze e di portare al cristianesimo nuovi popoli. Quando le navi toccarono terra e da loro uscirono i guerrieri montati a cavallo, armati di fucili e cannoni, quello fu il segno che era iniziata una nuova epoca. L’Europa stava scoprendo la propria forza.

Una delle principali ragioni per la quale i portoghesi si erano messi alla ricerca delle vie per le indie, fu quello di evitare lo sbarramento arabo che con la loro intermediazione facevano lievitare i prezzi dei prodotti importati in Europa. una volta arrivati nell’oceano indiano i portoghesi affrontano gli arabi grazie alla supremazia militare. Per realizzare il proprio progetto di penetrazione militare e commerciale i portoghesi conquistarono: goa, malacca e Hormuz. Queste conquiste furono possibili grazie a Alfonso de Albuquerque. I portoghesi entrarono in conttato anche con la Cina allora governata dalla dinastia Ming, ma i rapporti si raffreddarono perché i portoghesi riuscirono a insediarsi ance su quella costa. Insediano alcune basi di cui macao, che diventa presto la più ricca e importante per gli scambi con l’occidente. Con il controllo dello stretto di malacca i portoghesi si aggiudicano il passaggio alle isole banda nell’arcipelago delle Molucche note per la produzione di chiodi di garofano e di noce moscata. Quale anno più tardi nell’arcipelago arrivarono gli spagnoli e si aprì una contesa fra le corti di Lisbona e Madrid, tutto questo si sarebbe dovuto risolvere con il trattato di tordesillas, ma all’epoca era difficile tracciare una linea di demarcazione nell’atlantico e solo nel 1529 gli spagnoli con il trattato di Saragozza rinunciò alle isole in cambio a 350 000 di ducati d’oro. Ormai i portoghesi e gli spagnoli non potevano più illudersi di rimanere da soli a spartirsi i grandi guadagni, stavano arrivando gli inglesi.

Il Portogallo per la poca popolazione che aveva non aveva le forze sufficienti per conservare a lungo un impero commerciale così vasto a lungo. Presto gli arabi ripresero le rotte dell’oceano indiano protetti dai turchi. Ai portoghesi rimasero: il capo di buona speranza, angola e Mozambico. Da quelle basi i portoghesi impararono presto a spingersi alla ricerca dell’oro e degli schiavi. La nuova rotta commerciale aperta attraverso gli oceani allargava notevolmente la possibilità della tratta degli schiavi. In un primo tempo lavoravano nelle piantagioni di Madeira e poi furono spostati verso i territori del continente dell’americano. Nasce il commercio triangolare, i portoghesi partivano dall’Europa con le armi e manufatti di poco valore, catturavano gli schiavi in africa e li portavano in America, li facevano lavorare e dopo portavano il prodotto finito in Europa, si calcola che in tre secoli siano stati trasportati non meno di cinquanta milioni di abitanti dall’africa.

 
·Assolutismo caratterizzato dall’accentramento del potere nelle mani del monarca
·In Europa prevaleva la monarchia per diritto divino
·Ma il potere era davvero assoluto? No, la realtà della vita sociale poneva limiti all’assolutismo, vincolando il re al rispetto delle leggi (immodificabili), come quelle riguardo alla successione
·Il limite più forte era rappresentato dalla presenza dei corpi intermedi
·Nel 1661, dopo la morte del cardinale Mazzarino , sale al trono Luigi XIV ( a soli 22 anni)
·Gli obiettivi fondamentali della sua politica erano il consolidamento dello stato e il rafforzamento del potere personale del re
·Adotta come simbolo l’antico simbolo del sole
·Voleva concentrare nelle proprie mani ogni decisione, voleva identificare lo stato e il potere nella figura del re ( lo stato sono io)
·Non voleva affidarsi ad alcun primo ministro, e faceva in modo che ogni decisione ruotasse attorno a lui
·Aveva anche un consiglio ristretto
·Contro gli oppositori agì con determinazione, faccendoni incarcerare
·Tra i suoi consiglieri c’era Colbert, che era il controllore generale delle finanze
·Colbert istituì un’importante riforma con la reintroduzione degli intendenti ( avevano compiti ispettivi)
·L’attività degli intendenti svolse un ruolo importante nel rafforzamento della monarchia
·Comincia a delinearsi il centralismo politico e amministrativo
·Grande nobiltà: obbligo di risiedere a corte ( reggia di Versailles)
·Costi di Versailles: 5% del bilancio nazionale
·Versailles: espressione massima del mecenatismo
·Per iniziativa di Colbert vengono fondate numerose accademie
·L’età di Luigi XIV viene definita come grande secolo
·Versailles diventa una gabbia dorata
·In cambio della fedeltà la nobiltà conservò lo status di ordine privilegiato (niente obblighi fiscali, ecc)
·La politica religiosa aveva grande importanza nel programma centralista di Luigi XIV
·Cerca di realizzare il massimo di uniformità religiosa
·Era convinto che l’uniformità rappresentasse la forza della monarchia

In questa prospettiva aveva 3 obiettivi:
o   Sradicamento del giansenismo
o   Estirpazione del calvinismo
o   L’affermazione della supremazia regia sulla chiesa

·La religiosità dei giansenisti puntava sul valore dell’interiorità, e privilegiavano il ruolo della grazie divina rispetto alle opere compiute dall’uomo. Non bastavano 2 bolle papali per bloccare la loro diffusione. Più successo la bolla Unigenitus perché fu voluta non solo dai gesuiti ma anche personalmente ma anche da Luigi XIV.
·L’ostacolo principale all’uniformità religiosa era rappresentato dalla presenza degli ugonotti e dalle promesse fatte a loro da Enrico IV ( nell’editto di Nantes 1598).
·Molti cattolici francesi fecero sforzi impegnativi per eliminare quella che a loro appariva come la “ macchia dell’eresia
·Molti cattolici si rivolgevano agli ugonotti per convincerli a convertirsi con argomenti teologici.
·Ci fu anche un’applicazione più restrittiva dell’editto di Nantes.
·La persecuzione dei calvinisti fu ufficializzata nel 1685 con l’editto di Fontainebleau di Luigi XIV, che revocava l’editto di Nantes.
·Editto di Fontainebleau: chiusura delle scuole protestanti, la demolizione degli edifici di culto, e l’obbligatorietà del battesimo per i bambini. 300 000 ugonotti abbandonarono il paese.
·Luigi XIV s’impegnò in un aspro conflitto con il papa romano (era in gioco la supremazia sulla chiesa della Francia.)
·La rivendicazione del sovrano coincideva con il gallicanesimo, dottrina che non riconosceva al papa alcun potere temporale sul suolo francese, e limitava quello spirituale, e sosteneva il diritto del sovrano di controllare la chiesa francese attraverso la nomina dei vescovi.
·Dopo la decisione di estendere la regalia ai vescovi, papa Innocenzo XI si oppone alla decisione del re.
·Nella politica economica Luigi XIV si sforzò di ridurre le importazioni, e s’impegnò di sviluppare la produzione industriale nazionale.
·Con l’obiettivo di far quadrare il bilancio, Colbert cercò di migliorare la raccolta fiscale, fallì l’obiettivo del pareggio.

Gli obiettivi della politica estera di Luigi XIV erano:
o   Allargare i confini
o   Imporre la supremazia in Europa
o   Rafforzare la presenza francese in campo coloniale
o   Con luigi XIV, la Francia attraversa una lunga fase di guerre

·Ci fu un rafforzamento militare, fu costituita una rete di piazzeforti e fu rafforzata la marina da guerra.
·Luigi XIV muore nel 1715
·Il suo successore è Filippo d’Orleans (che ha cinque anni)
·L a Francia aveva un problema con il debito pubblico

 
-Economia italiana carattere periferico.
-Italia in ritardo rispetto alle aree di prima industrializzazione e anche rispetto alle semiperiferie.
-Elementi positivi: aumento produzione dei cereali diffusione della cultura del mais.
-Dal punto di vista qualitativo l’agricoltura progredisce poco.
-Pianura padana coltura promiscua.
-Centro/meridionale stazionario.
-Miseria contadina grave in tutto il paese.
-Settore più avanzato tessile (seta).
-Industria laniera Biellese, Veneto, zona di Prato.
-Tecnologicamente più avanzato: industria cotoniera (Lombardia e mezzogiorno).
-Ritardo più evidente nel settore della siderurgia.
-Centri siderurgici (Toscana, nel milanese).
-Grave debolezza nel settore metalmeccanico.
-Limiti che frenavano l’industria italiana: ristrettezza del mercato interno, frammentazione del mercato, scarso sviluppo delle vie di comunicazione.
-Ritardato sviluppo delle ferrovie.
-Ridotto intervento degli stati.

 
·Il processo di  creazione di un forte nucleo statale era iniziato con Ivan III, che venne proseguito con Ivan IV detto il terribile
·Fece una lotta violenta per imporre la propria volontà ai grandi feudatari, i boiari
·Intraprese una radicale riforma dell’amministrazione statale
·Godunov ( zar dal 1592 al 1405) cerca di proseguire l’opera di centralizzazione cominciata da Ivan IV, ma alla sua morte si avviò una turbolenta fase di anarchia feudale, conclusasi con la salita al potere di Romanov
·La Russia fu la protagonista di un vero e proprio movimento espansivo che aveva condotto alla progressiva affermazione di un vero e proprio impero
·Un ulteriore impulso alla conquista di nuovi territori venne dallo zar Pietro il Grande
·Pietro è da ricordare oltre che per gli ingrandimenti territoriali anche per la modernizzazione forzata dello stato.
·All’inizio del 700 la Russia era comunque ancora un paese economicamente e socialmente arretrato
·Nelle campagne dominava il grande latifondo signorile
·Pietro realizzò una decisa apertura politica e culturale all’occidente europeo
·Stabilì numerose ambasciate
·Dall’apertura della Russia all’occidente fu simbolo la nuova città di San Pietroburgo
·Al vertice dello stato viene sostituita l’assemblea dei boiari con un senato, con i membri nominati dallo zar
·Venne favorito l’accesso ai gradi più alti della burocrazia statale di individui competenti
·L’esercito fu riorganizzato
·Vennero eliminati i corpi non fidati
·Vennero potenziati l’armamento e la flotta
·In campo religioso abolì il patriarcato ortodosso, sostituito da un santo sinodo
·Dopo le riforme di Pietro il Grande, la Russia appariva in condizione di giocare un ruolo decisivo nello scenario europeo

 
La convenzione e la proclamazione della repubblica
La situazione militare intanto peggiorava. In questo clima di tensione si svolsero le elezioni per la Convenzione. Il 21 settembre essa deliberò l’abolizione della monarchia. La Francia divenne una repubblica.

Gli schieramenti all’interno della convenzione
Si formarono due schieramenti quello dei girondini ( di Brissot) e montagnardi. Entrambi gruppi erano di orientamento democratico e repubblicano. Alla base dello scontro c’era il modo in cui gestire la rivoluzione, in particolare i rapporti con il movimento sanculotto.

La radicalizzazione del movimento sanculotto
Le parole d’ordine dei sanculotti erano la lotta agli accaparratori e agli speculatori.
I girondini presero sempre più le distanze dall’estremismo sanculotto, i girondini erano contro ogni forma di controllo dei prezzi e dell’attività economica.


La crisi economica e militare
Nella primavera-estate del 1793 la Francia entra in una crisi profondissima. La paura che la Francia potesse esportare la sua rivoluzione indusse gli altri paesi a creare una coalizione antifrancese. L’armata francese fu travolta. Alle difficoltà militari si sommavano quelle economiche come il rialzo dei prezzi.


La guerra civile in Vandea
Nel marzo del 1793, scoppia un’insurrezione in Vandea. La rivolta dilagò fino ad arrivare alla creazione di un vero e proprio esercito controrivoluzionario. Alla base della rivolta c’era il sentimento religioso dei contadini vandeani, ferito dalla costituzione civile del clero, e la delusione per i risultati della rivoluzione. Nel 1793 l’esercito vandeano dominava un ampio territorio.


La rivoluzione e i contadini
La rivoluzione vide erodersi rapidamente il suo consenso nelle campagne. I contadini non volevano sentir parlare né di guerre né di leva obbligatoria.


I prodromi della dittatura giacobina
La convenzione cercò di riparare le cose con una serie di provvedimenti: con l’istituzione di un tribunale rivoluzionario per giudicare i “sospetti”, la fissazione di un prezzo massimo per cereali e farine e la creazione di un comitato di salute pubblica.
Nella primavera 1793 i termini girondino e traditore erano sempre più frequenti nelle piazze di Parigi.


La caduta dei girondini
Il 2 giugno 1793 una folla di 80'000 persone, circonda la Convenzione chiedendo l’arresto dei capi girondini. L’assemblea cede e circa una trentina di girondini vennero arrestati. Molti dipartimenti si ribellarono alla Convenzione.


La costituzione del 1793
Il potere era ormai nelle mani ai giacobini , ma la Francia, di cui essi presero il governo era un paese sull’orlo del collasso. Ci fu la costituzione dell’anno I, nella quale il potere legislativo veniva affidato a un’assemblea eletta annualmente con suffragio universale maschile.


I provvedimenti del Comitato di salute pubblica
Il centro del governo rivoluzionario era il comitato di salute pubblica, dominato da Robespierre . Il comitato esercitò di fatto una dittatura. Il governo rivoluzionario seguì una linea di forte controllo dell’economia. I decreti principali furono: la soppressione del riscatto dei diritti
feudali, la vendita in piccoli lotti dei beni degli emigrati, la pena di morte per accaparratori e speculatori e l’istituzione del maximum, cioè di un prezzo massimo per cereali , per tutte le merci e per i salari.


La leva obbligatoria
Fu decretata la leva obbligatoria accompagnata da un intensa opera di disciplina e di riorganizzazione delle armate. I ribelli delle guerra civile furono spenti con estrema durezza, e la Vandea fu messa a ferro e a fuoco.


Calendario e religione rivoluzionari
Venne adottato un nuovo calendario che cominciava dal 22 settembre 1792, laico e non religioso, senza domeniche e senza feste cristiane. Questa tendenza di laicizzazione fu seguita da un processo di scristianizzazione. La scristianizzazione fu bloccata da Robespierre e la convenzione confermò la libertà di culto per tutte le religioni.

Il terrore
A partire dall’estate 1793 cominciò la fase più drammatica e sanguinosa della rivoluzione, il Terrore. Gli strumenti fondamentali del terrore erano i tribunali rivoluzionari e la legge sui sospetti, che permetteva l’arresto, di chiunque fosse sospettato di tramare contro la rivoluzione o non facesse nulla per sostenerla. Il terrore fu presentato come una misura temporanea. La guerra civile fu soffocata e le sorti della guerra migliorarono, le armate della prima coalizione furono sconfitte. L’esercito francese riprese l’offensiva verso il Belgio. Il terrore in realtà divenne uno strumento di lotta politica. Robespierre colpì i gruppi politici alla sua sinistra e anche Danton venne giustiziato.


Il termidoro e la fine di Robespierre
Nel giugno 1794 il ritmo delle condanne e delle esecuzioni aumentò paurosamente. Nulla giustificava più la dittatura di Robespierre. Tra alcuni membri della Convenzione e del Comitato maturò la decisione di togliere dalla scena quello che agli occhi di tutti era un tiranno. Il 9 termidoro Robespierre e altri 20 montagnardi vennero arrestati e il giorno successivo ghigliottinati.
 
Il dibattito sulla Costituzione
-in Francia c’era il dibattito su come dovesse essere la nuova costituzione. I deputati di orientamento più moderato proponevano una monarchia costituzionale, mentre gli altri deputati proponevano la sovranità della nazione.


La costituzione della nuova Francia
-Approvata la nuova costituzione stabiliva : un sistema monocamerale, il potere legislativo all’assemblea e il potere esecutivo al re.


L’attività legislativa dell’Assemblea
-Finché non entrasse in vigore la nuova costituzione l’assemblea continuò a operare. L’assemblea aveva svolto un’opera importante di legislazione, come la suddivisione del paese in 83 dipartimenti, l’abolizione dei parlamenti e delle corporazioni.


La vendita dei beni del clero
-I provvedimenti seguivano un orientamento logico. Ma queste riforme economiche non bastavano per risolvere il problema del bilancio. L’assemblea decise di mettere in vendita i beni del clero.


La costituzione civile del clero
-ci fu inoltre la costituzione civile del clero. La legge stabiliva che i vescovi e i parroci fossero designati dal corpo elettorale e stipendiati dallo stato. Un successivo provvedimento impose agli ecclesiastici di giurare fedeltà alla costituzione. I vescovi e i preti che si rifiutarono di giurare vennero chiamati refrattari.


Il difficile rapporto con il sovrano
-intanto il rapporto tra il re e le autorità rivoluzionarie si stava facendo sempre più teso. Il diritto di voto sospensivo dava al sovrano uno strumento di condizionare le decisioni dell’assemblea. Luigi XVI non si dimostrò capace di trovare un compromesso.


La crisi della monarchia
-Il 5-6 ottobre del 1789 una grande folla invase il castello di Versailles esigendo la firma e il trasferimento del sovrano a Parigi. Il re cede, e anche l’assemblea decide di spostarsi nella capitale. La situazione precipita quando Luigi XVI e Maria Antonietta cercarono di scappare di nascosto ma vennero scoperti e riportati a Parigi. Il 17 luglio 1791 una grande manifestazione che chiedeva la destituzione del sovrano fini dispersa nel sangue. Nella rivoluzione avevano giocato un ruolo importante l’opinione pubblica, le masse popolari e anche le donne.


La rivoluzione nella città
-nella rivoluzione avevano svolto un importante ruolo l’opinione pubblica, le masse popolari e le donne.


La rivoluzione della parola
Il talento giornalistico e l’abilità oratoria si rivelarono requisiti essenziali per il successo di leader molto spesso sconosciuti. La parola fu una delle grandi protagoniste.


I giacobini
La maggior parte dei gruppi politici dell’assemblea avevano dato vita a club e società popolari. Il circolo destinato a maggior fortuna fu quello dei giacobini, dal nome del convento in cui si riunivano. Loro avevano un orientamento politico moderato.
Ma nel corso del 1791 coloro che proponevano di mettere fine alla rivoluzione anche a costo di uno scontro con le masse popolari vennero chiamati i foglianti ( dal nome del convento francescano in cui si trasferirono.
I giacobini invece sostenevano che bisognava completare il processo rivoluzionario in senso democratico, ricercando l’alleanza con il movimento popolare parigino. Emerse alla guida dei giacobini Robespierre.


Le posizioni antimonarchiche
Più a sinistra dei giacobini c’erano i cordiglieri ( dal convento in cui si riunivano) su posizioni nettamente antimonarchiche. La figura di maggior spicco di questo club era Danton. Danton propose la destituzione del re. Danton e Brissot entreranno nei giacobini nell’estate del 1791.


L’Assemblea legislativa e girondini
Concluso il proprio compito l’assemblea nazionale decise di sciogliersi. Nel conflitto che divideva i deputati - i foglianti che volevano chiudere la rivoluzione, la sinistra che voleva svilupparla ulteriormente in senso democratico - fu la sinistra a dimostrare maggiore capacità di ottenere consensi. Emerse come leader Brissot, che formò intorno a se una pattuglia di deputati chiamati girondini, perché la maggioranza di essi proveniva dalla regione di Gironda. Furono i girondini a promuovere la guerra all’Austria.


Le potenze europee e la rivoluzione
Le grandi potenze tennero un atteggiamento prudente.


La Francia in guerra
La guerra era considerata un mezzo per vincere la politica interna. Robespierre era contrario a un’avventura militare. Il re affida il governo a Brissot ( dopo lo scontro tra Brissot e Robespierre) e la Francia dichiarò guerra all’Austria, che aveva a suo fianco la Prussia.


La Francia In crisi
I primi sei mesi di guerra furono disastrosi per le armi francesi, subirono una serie di umilianti sconfitte. La guerra si stava trasformando in una disfatta. Il re e gli aristocratici vennero accusati di tradimento perché secondo il popolo cercavano la sconfitta della rivoluzione. Ai insuccessi militari si sommavano anche le difficoltà economiche, tra quali l’inflazione.


Il movimento dei sanculotti
Salì al centro della scena parigina il movimento popolare dei sanculotti, chiamati così perché non portavano i calzoni attillati dei nobili, ma i pantaloni larghi. Il movimento dei sanculotti era composto dai cittadini passivi (bottegai, artigiani, domestici). Le sue parole d’ordine erano il suffragio universale e la solidarietà popolare.


La caduta della monarchia
Il 10 agosto 1792 i popolani armati presero d’assalto il palazzo reale e il municipio, e instituirono un nuovo governo della capitale, la Comune rivoluzionaria. L’assemblea legislativa sotto la pressione del popolo, depone Luigi XVI e convoca le elezioni con suffragio universale, per una nuova assemblea costituente che si sarebbe chiamata Convenzione.
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