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- Si definisce inflazione la tendenza a un continuo aumento del livello generale dei prezzi dei beni e servizi con conseguente diminuzione del potere di acquisto della moneta;
- per avere inflazione devono aumentare tutti i prezzi (prezzi assoluti) non si può avere se si modificano solo quelli relativi;
- aumento dei prezzi (P) = riduzione valore della moneta inteso come valore di acquisto (Vm): Vm=1/P;
- la diminuzione generale dei prezzi si chiama deflazione.

MISURA E INTENSITÀ DELL’INFLAZIONE 
- L’inflazione si misura con un numero indice del livello generale dei prezzi assoluti;
- tipi di indice: indice dei prezzi all’ingrosso (si considerano beni e servizi scambiati tra aziende), indici di consumo si dividono in 3 tipi: indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) beni scambiati tra famiglie e imprese, indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI) beni acquistati dalla famiglia di un lavoratore dipendente non agricolo, indice armonizzato europeo (IPCA) introdotto per disporre di una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo;
intensità diverse di inflazione: strisciante (lieve ma continuo slittamento del potere di acquisto della moneta provocato dall’aumento del livello generale dei prezzi fino al 5% annuo), galoppante (processo inflazionistico violento e con ritmo vertiginoso, aumento del livello generale dei prezzi fino al 20% annuo), iperinflazione (aumento del livello generale dei prezzi oltre il 20% annuo).

CAUSE DELL’INFLAZIONE 
- Tipi di inflazioni con le loro principali cause:
- inflazione da costi cause: dalla crescita dei costi dei fattori produttivi, da squilibri settoriali, dall’aumento degli interessi, dalla scarsa capacità produttiva, dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dall’inflazione fiscale (aumento delle imposte indirette ad esempio l’IVA);
inflazione da domanda cause: dall’incremento della richiesta di beni (spiegato da Keynes con il vuoto inflazionistico);
inflazione da cause monetarie: secondo i monetaristi l’inflazione dipende dalla quantità di moneta in circolazione responsabili di questo sarebbero quindi le autorità monetarie;
inflazione da aspettative: causata dalle aspettative degli operai economici.

EFFETTI DELL’INFLAZIONE 
- Produce conseguenze sulla distribuzione del reddito che colpisce soprattutto chi riceve redditi fissi che vede diminuire non il reddito nominale in quanto percepiscono la stessa quantità di stipendio ma il reddito reale vale a dire il suo potere di acquisto che diminuisce;
- per rimediare sono stati adottati nel tempo vari metodi di indicizzazione che consistono nell’aumento del reddito nominale in modo da mantenere invariato il potere di acquisto;
- però questo provoca la reazione degli imprenditori che dovranno aumentare ancora di più i prezzi del prodotto in modo da dare una nuova spinta inflazionistica. Questo processo viene chiamato spirale salari-prezzi-salari;
- l’inflazione ha effetti anche nei rapporti obbligatori perché agevola il debitore che restituirà la stessa quantità di moneta prestata ma con un valore minore e danneggia il creditore perché riceverà la stessa moneta prestata con un inferiore valore. Per far fronte a questo si cerca di inserire nei contratti clausole che mantengono inalterato il valore del credito;
- gli effetti dell’inflazione sulla produzione nel breve periodo non subisce conseguenze negative anzi ne riceve di positive perché i beni prodotti con un i costi precedenti all’inflazione quando verranno venduti dopo avranno un prezzo maggiore inoltre potranno rimborsare i debiti più facilmente con i maggiori introiti che hanno avuto, realizzano così una rendita d’inflazione;
- nel periodo dell’inflazione si favorisce l’accumulazione di scorte e l’attività speculativa;
- gli effetti sui consumi: riduzione dei consumi sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo;
- nei rapporti commerciali internazionali l’inflazione provoca un incremento delle importazioni e un calo delle esportazioni;
- infine l’inflazione fa crescere la spesa pubblica.

INFLAZIONE E DISOCCUPAZIONE LA CURVA DI PHILLIPS
- Mette in relazione la variazione dei salari monetari (asse delle y) e il tasso di disoccupazione (asse delle x);
disoccupazione alta = variazione dei salari bassa;
tasso di disoccupazione basso = variazione dei salari alta;
- la stabilità dei salari si ha nel punto dove la curva tocca l’asse delle x;
- quando il tasso di disoccupazione supera questo punto la variazione dei salari assume valori negativi cioè si riduce;
- dallo studio della curva si ricava una relazione inversa tra il tasso di variazione dei salari e la disoccupazione;
- le critiche a questa curva furono l’instabilità di essa e quando si aveva un aumento sia della disoccupazione e dell’inflazione si aveva un fenomeno opposto a quella spiegato da Phillips;
- secondo i monetaristi non esisteva una relazione tra disoccupazione e dinamica salariale nel lungo periodo;
- secondo i monetaristi  la politica monetaria espansiva comporta una crescita del tasso di inflazione non associato a una riduzione della disoccupazione.

POLITICHE CONTRO L’INFLAZIONE
- Ad un eccesso di domanda si possono ridurre i consumi incrementando le imposte;
- in presenza di un inflazione da costi si può agire con una politica dei redditi complessiva attraverso un patto sociale tra lavoratori e datori di lavoro;
- ad un eccesso di moneta si può programmare un tasso di crescita dell’offerta di moneta collegato al ritmo di crescita del reddito reale.




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