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Non toccherò più le sacre rive (dove sono nato) dove vissi da fanciullo , mia Zacinto, che ti rifletti nelle acque del mio mar Ionio, dalle cui acque nacque Venere che col suo primo sorriso rendeva fertili quelle isole. Perciò, non potè non celebrare le tue limpide nuvole e i tuoi boschi, il verso illustre di Omero che cantò il peregrinare nel mare e l'esilio di Ulisse (voluto dal fato) in seguito al quale , reso famoso anche per le sue sventure, potè baciare la sua rocciosa Itaca. Tu,Zacinto terramadre, avrai solo la poesia di questo tuo figlio (Foscolo); a me il destino ha dato una sepoltura in terra straniera che non sarà confortata dalle lacrime dei parenti.



fonte: http://balbruno.altervista.org/index-395.html



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