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Il dibattito sulla Costituzione
-in Francia c’era il dibattito su come dovesse essere la nuova costituzione. I deputati di orientamento più moderato proponevano una monarchia costituzionale, mentre gli altri deputati proponevano la sovranità della nazione.


La costituzione della nuova Francia
-Approvata la nuova costituzione stabiliva : un sistema monocamerale, il potere legislativo all’assemblea e il potere esecutivo al re.


L’attività legislativa dell’Assemblea
-Finché non entrasse in vigore la nuova costituzione l’assemblea continuò a operare. L’assemblea aveva svolto un’opera importante di legislazione, come la suddivisione del paese in 83 dipartimenti, l’abolizione dei parlamenti e delle corporazioni.


La vendita dei beni del clero
-I provvedimenti seguivano un orientamento logico. Ma queste riforme economiche non bastavano per risolvere il problema del bilancio. L’assemblea decise di mettere in vendita i beni del clero.


La costituzione civile del clero
-ci fu inoltre la costituzione civile del clero. La legge stabiliva che i vescovi e i parroci fossero designati dal corpo elettorale e stipendiati dallo stato. Un successivo provvedimento impose agli ecclesiastici di giurare fedeltà alla costituzione. I vescovi e i preti che si rifiutarono di giurare vennero chiamati refrattari.


Il difficile rapporto con il sovrano
-intanto il rapporto tra il re e le autorità rivoluzionarie si stava facendo sempre più teso. Il diritto di voto sospensivo dava al sovrano uno strumento di condizionare le decisioni dell’assemblea. Luigi XVI non si dimostrò capace di trovare un compromesso.


La crisi della monarchia
-Il 5-6 ottobre del 1789 una grande folla invase il castello di Versailles esigendo la firma e il trasferimento del sovrano a Parigi. Il re cede, e anche l’assemblea decide di spostarsi nella capitale. La situazione precipita quando Luigi XVI e Maria Antonietta cercarono di scappare di nascosto ma vennero scoperti e riportati a Parigi. Il 17 luglio 1791 una grande manifestazione che chiedeva la destituzione del sovrano fini dispersa nel sangue. Nella rivoluzione avevano giocato un ruolo importante l’opinione pubblica, le masse popolari e anche le donne.


La rivoluzione nella città
-nella rivoluzione avevano svolto un importante ruolo l’opinione pubblica, le masse popolari e le donne.


La rivoluzione della parola
Il talento giornalistico e l’abilità oratoria si rivelarono requisiti essenziali per il successo di leader molto spesso sconosciuti. La parola fu una delle grandi protagoniste.


I giacobini
La maggior parte dei gruppi politici dell’assemblea avevano dato vita a club e società popolari. Il circolo destinato a maggior fortuna fu quello dei giacobini, dal nome del convento in cui si riunivano. Loro avevano un orientamento politico moderato.
Ma nel corso del 1791 coloro che proponevano di mettere fine alla rivoluzione anche a costo di uno scontro con le masse popolari vennero chiamati i foglianti ( dal nome del convento francescano in cui si trasferirono.
I giacobini invece sostenevano che bisognava completare il processo rivoluzionario in senso democratico, ricercando l’alleanza con il movimento popolare parigino. Emerse alla guida dei giacobini Robespierre.


Le posizioni antimonarchiche
Più a sinistra dei giacobini c’erano i cordiglieri ( dal convento in cui si riunivano) su posizioni nettamente antimonarchiche. La figura di maggior spicco di questo club era Danton. Danton propose la destituzione del re. Danton e Brissot entreranno nei giacobini nell’estate del 1791.


L’Assemblea legislativa e girondini
Concluso il proprio compito l’assemblea nazionale decise di sciogliersi. Nel conflitto che divideva i deputati - i foglianti che volevano chiudere la rivoluzione, la sinistra che voleva svilupparla ulteriormente in senso democratico - fu la sinistra a dimostrare maggiore capacità di ottenere consensi. Emerse come leader Brissot, che formò intorno a se una pattuglia di deputati chiamati girondini, perché la maggioranza di essi proveniva dalla regione di Gironda. Furono i girondini a promuovere la guerra all’Austria.


Le potenze europee e la rivoluzione
Le grandi potenze tennero un atteggiamento prudente.


La Francia in guerra
La guerra era considerata un mezzo per vincere la politica interna. Robespierre era contrario a un’avventura militare. Il re affida il governo a Brissot ( dopo lo scontro tra Brissot e Robespierre) e la Francia dichiarò guerra all’Austria, che aveva a suo fianco la Prussia.


La Francia In crisi
I primi sei mesi di guerra furono disastrosi per le armi francesi, subirono una serie di umilianti sconfitte. La guerra si stava trasformando in una disfatta. Il re e gli aristocratici vennero accusati di tradimento perché secondo il popolo cercavano la sconfitta della rivoluzione. Ai insuccessi militari si sommavano anche le difficoltà economiche, tra quali l’inflazione.


Il movimento dei sanculotti
Salì al centro della scena parigina il movimento popolare dei sanculotti, chiamati così perché non portavano i calzoni attillati dei nobili, ma i pantaloni larghi. Il movimento dei sanculotti era composto dai cittadini passivi (bottegai, artigiani, domestici). Le sue parole d’ordine erano il suffragio universale e la solidarietà popolare.


La caduta della monarchia
Il 10 agosto 1792 i popolani armati presero d’assalto il palazzo reale e il municipio, e instituirono un nuovo governo della capitale, la Comune rivoluzionaria. L’assemblea legislativa sotto la pressione del popolo, depone Luigi XVI e convoca le elezioni con suffragio universale, per una nuova assemblea costituente che si sarebbe chiamata Convenzione.



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