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Nel 1559 Enrico II morì durante un torneo e, poiché i suoi tre figli erano troppo piccoli per regnare, fu nominata reggente la moglie Caterina de' Medici che era però mal vista dal popolo e dalla nobiltà per le sue origini straniere (era infatti italiana) e per il suo lusso. Durante la sua reggenza la Francia attraversò un periodo di debolezza e instabilità per vari motivi come lo scontro tra cattolici e Ugonotti (i calvinisti francesi), il fatto che due sottorami della famiglia reale (i Guisa e i Borboni) volessero impadronirsi del trono e i tentativi dei nobili di riacquisire gli antichi privilegi perduti.
Caterina de Medici attuò una politica di equilibrio: non voleva infatti ne favorire i Borboni, da lei ritenuti eretici in quanto Ugonotti, ne i Guisa nel timore di essere spodestata. Per questo è stata accusata di Machiavellismo. Nel 1562 con il primo editto di Saint Germain Caterina concesse la libertà di culto agli Ugonotti purché risiedessero fuori dalle città. In risposta all'editto i cattolici risposero con il Strage di Wassy in cui uccisero una settantina di Ugonotti. Cominciò così un lungo periodo di guerre di religione che funestarono la Francia ancora per parecchi anni. Nel 1570 Caterina concesse agli Ugonotti, inizialmente vittoriosi, con il secondo editto di Saint Germain, alcune fortezze tra cui quella di La Rochelle, considerata inespugnabile.
Due anni dopo però preocupata dal crescente potere degli ugonotti Caterina decise di sterminarli approfittando del fatto che migliaia di ugonotti erano andati a Parigi per assistere alle nozze del loro capo Enrico di Borbone. Nella notte di San Bartolomeo circa 5000-6000 ugonotti furono sterminati.
Le idee protestanti penetrarono anche in Francia, soprattutto ad opera di Calvino. Qui i protestanti presero il nome di ugonotti.
In Francia la religione calvinista si diffuse soprattutto tra la nobiltà feudale e la borghesia cittadina, due ceti che si ritenevano danneggiati dal crescente potere del re. Per questo motivo, gli ugonotti francesi non si limitarono a essere un movimento religioso, ma divennero un vero e proprio partito politico, ostile alla monarchia.
Per diversi anni ugonotti e cattolici si fronteggiarono senza grandi spargimenti di sangue. A partire dal 1570, però, si aprì una vera e propria guerra civile. Resta tristemente famosa la cosiddetta strage di San Bartolomeo (1572), nel corso della quale i cattolici massacrarono gli ugonotti di Parigi, senza risparmiare né donne né bambini.
Dopo un lungo periodo di guerre e di congiure, la morte dei vari contendenti lasciò un solo erede al trono di Francia: Enrico di Borbone, di religione protestante.
Egli si rese conto di non potersi opporre alla maggior parte della popolazione francese, rimasta cattolica. Allora si convertì solennemente al cattolicesimo.
In cambio di questa conversione, che fu certamente un fatto politico più che religioso, venne riconosciuto ufficialmente dal pontefice col nome di Enrico IV re di Francia. La dinastia dei Borbone conquistò così il trono di Francia e lo mantenne senza interruzione fino alla Rivoluzione francese.
L’intelligenza politica fece di Enrico un re tollerante in un tempo nel quale l’intolleranza era la regola. Per unificare definitivamente il paese, con l’editto di Nantes egli concesse ai protestanti la libertà di professare la loro fede (1598).

L’EDITTO DI NANTES
L ‘editto di Nantes (1598) rappresentò una delle prime formulazioni della tolleranza religiosa. Pur riaffermando che il cattolicesimo era la religione ufficiale del regno di Francia, esso concedeva la libertà di culto ai protestanti. Grazie all’editto, la Francia, estenuata da decenni di guerre civili, poté ritrovare la tranquillità politica e iniziare un periodo di sviluppo economico.Ordiniamo che la Religione cattolica, apostolica e romana sia ristabilita in tuffi i luoghi di questo nostro regno e paesi di nostra obbedienza, dove l’esercizio di essa è stato interrotto, per esservi pacificamente e liberamente esercitata.E per non lasciare occasione alcuna di disordini e di divergenze tra i nostri sudditi, abbiamo permesso e permettiamo a quelli della cosiddetta religione riformata (i protestanti) di vivere ed abitare in tutte le città ed in tutti i luoghi di questo regno e paesi di nostra obbedienza, senza che debbano subire inquisizioni, vessazioni, molestie, né essere obbligati a fare cose in materia di religione contro la loro coscienza.



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